L’esplosione di due stelle.
La luce chiara nel cielo notturno.
Le scintille che illuminano la volta celeste.
Gli occhi curiosi dei passanti.
Le dita puntate a quello strano fenomeno.
Senza rumore, senza smuovere una foglia.
Nel silenzio del notte,
tra le persone comuni.
Due stelle che si incontrano,
si amano e si scontrano,
fino a soffocarsi,
fino a farsi male,
fino ad esplodere.
Nel cielo notturno.
In silenzio.
Complici.
Due stelle che,
come giovani amanti,
respirano gli stessi momenti,
allo stesso ritmo,
come i loro cuori innamorati.
Due stelle,
lontane anni luce,
che si corrono incontro,
accecate dall’amore,
nonostante la paura del buio,
dello spazio,
dell’ignoto.
L’esplosione di due stelle.
Non soffrono,
non hanno paura,
non più,
di niente.
Due stelle che prima erano comuni,
come le altre,
come le persone che le osservano.
Due stelle.
I fuochi d’artificio,
sparati dal molo sul mare,
illuminano la notte,
incuriosiscono i passanti,
accompagnano l’estate.
Sopra quei giochi di colore
e quelle scintille,
due stelle si incontrano,
si amano e si scontrano,
fino a soffocarsi,
fino a farsi male,
fino ad esplodere.
Nel cielo notturno,
in silenzio.
Complici.
Sono loro il vero spettacolo,
i veri giochi di luce,
che solo i più attenti notano,
che solo i più attenti apprezzano.
Così giovani,
hanno percorso lo spazio,
le galassie,
hanno visto i pianeti
e tutte le altre stelle.
Solo per incontrarsi,
alla fine di tutto.
Per finire insieme,
per brillare un’ultima volta.
E amarsi.
Far innamorare i passanti.
Fuochi d’artificio veri,
autentici,
che esplodono.
Romeo e Giulietta,
stelle che scelgono di morire insieme,
che trovano amore nell’autodistruzione,
come gli innamorati,
che amano anche se fa male, male da morire.