La primavera corre veloce lungo l’orizzonte, rincorrendo uno stormo di uccelli. Il cielo turchino si è appena svegliato e si scrolla di dosso le ultime macchie rosa dell’alba con un soffio di vento. Qualche nuvola stropicciata sbadiglia lungo la sagoma delle colline e si prepara ad incamminarsi verso il cielo.
Un ragazzo sta seduto nel prato ancora umido di rugiada e si passa una mano lungo un braccio, intento a scrollarsi di dosso qualche ago chiaro. Attorno a lui, infatti, si ergono cinque grandi pini anziani, con le cime invisibili oltre la leggera nebbia mattutina. La loro chioma aghiforme è verde, smeraldo, come la fitta erba del prato che a tratti nasconde zone di pelle e vestiti del ragazzo.
Pare una mattina come le altre, ma nel suo cuore c’è qualcosa di unico, di indimenticabile, che l’ha tenuto sveglio tutta notte e l’ha spinto a sedersi in quel prato poco prima del sorgere del sole. Ha osservato l’alba, con gli occhi lucidi di un amore appena sbocciato, e si è lasciato cullare anima e corpo dalla brezza fresca della nascita del giorno. Per lui, questa mattina è un segno, una gentile concessione del destino che segna l’inizio di una dolce avventura.
Ha negli occhi il paesaggio illuminato dal giorno appena nato, che si accavalla all’immagine del viso della sua giovane amante, dei suoi lunghi capelli color del grano, dei suoi occhi scuri come la corteccia dei pini che lo circondano. Si commuove all’idea di averle tenuto la mano, di averle rubato un bacio la sera precedente sotto le prime stelle luminose, di averle finalmente confessato il suo amore. Si ripete a bassa voce le sue dolci parole, rivedendo il rossore sulle sue gote che la trasformava in una dama di tempi antichi. Sorride pensando al profumo delle sua pelle, al suo amore finalmente ricambiato. Il ragazzo è quasi incredulo, mentre tortura un fiore appena colto e soffia via i petali di un altro, strappa lunghi fili d’erba dal prato e li spezza in piccoli coriandoli.
La mattina danza lungo i contorni dei colli, sollevando sul mondo una melodia di vento e canti faunistici, tra il fruscio delle foglie degli alberi e il lontano scorrere d’acqua in un ruscello poco lontano. Sembra tendere una mano sul capo del giovane, come un padre che scompiglia i capelli al proprio figlio che gli confessa d’essersi innamorato per la prima volta. E lui le provava davvero quelle cose: si sentiva lo stomaco contorcersi e l’intestino attorcigliarsi su se stesso, mentre il cuore batteva forte, minacciando di fuggire dalla sua cassa toracica. Erano mesi che si sentiva così, ogni volta che gli appariva l’immagine di lei tra i pensieri, quando udiva il suo nome in una conversazione e la vedeva comparire in fondo alla strada mentre si dirigeva al ritrovo di sempre.
L’amore è dolce, fa sudare la notte e sorridere al vento, tiene svegli per ore in attesa di condividere una notte con la propria metà. Trasforma il mondo in un luogo più bello, ma solo agli occhi di chi lo prova davvero. Il ragazzo infatti osserva il cielo e vede il suo azzurro stanco trasformarsi in un blu oceano, mentre le sue nuvole trasparenti diventano grandi masse di zucchero filato bianco ed il verde del prato brilla così tanto da bucare gli occhi. Il vento non è fresco, ma dolce, e porta una melodia, non un suono. La notte appena trascorsa da sveglio non l’ha reso stanco, ma sognante ad occhi aperti. Non sente fame, non sente sonno ma percepisce soltanto quell’indescrivibile sensazione che si prova quando il proprio amore viene ricambiato ancor meglio di quanto ci si aspetti.
Il giovane innamorato sorride un’ultima volta al paesaggio che si sta divorando con gli occhi da ore e si infila una mano in tasca in cerca del suo pacchetto di sigarette. Ci fruga un poco, non trovandolo, allora cambia tasca e con successo lo incontra subito tra le dita. Lo estrae e lo apre, cercando una sigaretta e l’accendino. Gli occhi gli si illuminano, come ha fatto il cielo poche ore prima al sorgere del sole: non trova il suo accendino, ma quello della sua amata. Lo prende tra le mani, lo stringe e lo bacia, sorridendo come un bimbo davanti all’albero di Natale circondato di regali. Si lascia cadere all’indietro, immergendo la nuca nell’erba morbida, accendendosi una sigaretta con quell’inaspettato regalo. Aspira, avidamente, e sbuffa sorridendo: anche le sigarette ora hanno tutto un altro sapore.