Amica mia

Non vorrei scappare, sai.

Vorrei stare tutta la vita in questa città che mi ha cresciuta e mi ha ricucito le ferite durante centinaia di notti estive, spese in solitudine.

Vorrei vivere tra questi palazzi antichi che abbracciano quelli moderni, con le mille vetrate che riflettono il cielo turchino ed il sole, scagliandone i raggi luminosi contro i muri rovinati dei primi.

Ho lasciato il cuore non solo a queste strade, ma anche a te. Qui ti ho conosciuta, qui siamo cresciute tra gli errori, i vizi e le amicizie sbagliate. Abbiamo corso nei parchi di notte, con le menti inebriate di gioia e piene del nulla più totale, nere come il cielo senza stelle, che tutte queste luci nascondono anche il grande carro.

Ho trovato in te riparo, consiglio, amore e amicizia. Ho trovato in te un pezzo di questa vita che non mi lascerà mai, più dei nostri tatuaggi, delle cicatrici dei miei stessi sbagli, dei nei che mi costellano la pelle. Mai nessuno mi aveva teso la mano così, mai nessuno aveva provato a darmi una nuova vita, regalarmi un sorriso sincero, insegnarmi ad amarmi, ad amare.

Ora il pianeta pare gridare il mio nome. Sento i confini del mondo che conosco allargarsi, con i viaggi, le storie, la mia curiosità. Vedo la nebbia di questa città sparire lentamente, per rivelare montagne rosee all’orizzonte, il mare oltre i palazzi, i fiumi che bagnano la pianura. Posso vedere una vita nuova, un’avventura che potrebbe arricchirmi così tanto da non aver bisogno di denaro.

Sono sempre stata ribelle, lo so. Sono sempre andata dalla parte opposta rispetto a dove mi dicevano di andare, ho sempre fatto di testa mia. Con te, però, è diverso. Sei l’unica persona che ascolto, perché sei dolce, gentile e non pretendi mai che ti dia ragione. Eppure, forse proprio perché faccio sempre il contrario di tutto, ti ho sempre vista con gli occhi di una bambina che guarda una principessa, che legge storie di fate e magia, che vorrebbe vivere in quei racconti. Così ora ti disegno non come una persona, ma come un dono. Che forse sia stato qualcuno a mandarti qui? Non lo so, ma quando ti penso mi commuovo.

Vorrei portarti con me oltre queste mura, imparare insieme una nuova lingua in un appartamento diroccato chissà dove, in cui iniziare qualcosa di incredibile, dove rinascere per poi crescere come una quercia, smuovere il terreno, diventare grandi, grandi davvero. Buttarci a capofitto in un mare di nuove esperienze, in un oceano di persone con culture, storie ed insegnamenti nuovi.

Sento il bisogno di cambiare aria, ma non perché quella che respiro sia tossica, anzi, voglio solo vedere com’è. Come quando da piccine per la prima volta si provavano i trucchi della propria madre, aprendo i cassetti del bagno, come se si stesse cercando una nuova vita. È curiosità. Curiosità di crescere, di imparare, di arricchirsi d’emozioni.

Mi guardo attorno e mi sento le ali tarpate. Qui non manca nulla, ma forse è la ricerca di qualcosa che nemmeno conosciamo a spingerci oltre i nostri limiti. Forse ci immaginiamo posti migliori, ma basati su quello che già abbiamo vissuto, su ciò che già conosciamo. Vorremmo qualcosa di nuovo, folle, ma sotto sotto vorremmo sentirci a casa anche in un paese straniero. Ecco dunque che cerchiamo chi parla la nostra lingua, solo per raccontarsi a vicenda da cosa si stia scappando, da quanto si sia lontani da casa, quanto si sia cambiati.

Vorrei vivere in una città come questa, ma tutta da scoprire. E forse inizierò esplorando queste vie che credo di conoscere, ma che invece non conosco affatto. Forse mi perderò nei vicoletti e nei ristorantini nascosti dietro ad un angolo, dove solo chi abita nei dintorni va a mangiare. Imparerò così a trovare la bellezza nel mondo che mi circonda tutti i giorni e che non ho mai scoperto del tutto. Esplorerò la mia città, mi innamorerò dei suoi segreti, e solo così potrò apprezzare davvero tutto il resto.

Ecco quindi che mi preparo a spiccare il volo, con l’energia dei bambini che escono da scuola urlando, correndo in braccio ai genitori, desiderando una giornata al parco, finché fa ancora bello.

Però in testa ho te. Nella mia mente, tra i ricordi e le speranze, desidero soltanto portarti con me, per condividere ogni nuovo sorriso ed ogni nuova lacrima con chi non mi ha mai delusa, con chi mi ha riempita di vita quando pensavo di essere già appassita.

Tu vuoi altro, lo so, però mi piace sognare, e piace anche a te.

Quante giornate passate a costruire scenari inesistenti, tenuti insieme da “se” e “magari”, racconti da favola ma con quel qualcosa di vero, di possibile. Forse sono ancora una ragazzina, ma la mia testa vuole disegnarli, scriverli, quegli scenari. Voglio rendere reale i nostri sogni, voglio lanciarmi di testa in un mare di possibilità, pescare la mia, farne un tesoro, e raccontarlo ai miei figli, ai miei nipoti, dicendo loro che – come ci siamo sempre dette – bisogna fare ciò che ci rende felici, che ci avvicina al nostro sogno, che ci fa sentire realizzati.

Ti scrivo perché non ho altro modo di dirti tutto ciò che provo, e tu lo sai meglio di me. Voglio solo che tu sia felice, lontana o accanto a me.

I nostri cuori, in fondo, saranno sempre amanti. 

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