Un soffio

La mattina il sole mi sveglia con un grosso sorriso dorato. La brezza fresca mi fa oscillare dolcemente e tutti attorno a me si muovono all’unisono. Il cielo può essere turchino, pallido di neve o grigio in tempesta, ma io attenderò sempre il sole. Perché è proprio il sole a donarmi energia, forza e bellezza. La pioggia allo stesso modo mi nutre, ma spesso cade feroce e mi ferisce, come quando la persona che amiamo ci delude.

Sento tutti i rumori che, attorno a me, si uniscono in una melodia che nessuno sa descrivere, ma si può solo ascoltare e apprezzare in silenzio. Mi piace quando non ci sono voci, perché sento il canto delle sorelle cicale e il cinguettio squillante dei piccoli volatili sopra i rami, nascosti nei nidi o che volano da un albero all’altro. Anche il vento produce un suono: anche lui si unisce all’orchestra di natura e mi addolcisce le giornate.

Fermo qui sui miei piedi, spesso mi domando cosa farei se potessi muovermi. Dove andrei? Di certo resterei qui, tra le mie colline, e non andrei ad ingrigirmi tra i balconi delle città. Alcuni come me vivono stretti, soli sui balconi e non sentono altro che i clacson delle auto, l’incessante chiacchiericcio delle perone. Gli uccellini sono un miraggio, nelle grandi metropoli, o forse il loro canto non arriva abbastanza lontano. Allora è forse vita quella? Passata a domandarsi com’è la natura in libertà, e non chiusa tra cancelli di ferro, circondata da strade trafficate.

Io resterei qui: passeggerei in mezzo agli alberi che ora mi paiono pochi, ma che magari poi scopro essere tantissimi. Purtroppo infatti, da qui vedo sempre le stesse cose: tre pini e due querce, una betulla dal tronco rugoso e numerosi fiori, sparsi per tutto il giardino. Poi a volte alcuni animali si mettono tra l’erba fresca, all’ombra, e stanno lì, come fa spesso il vecchio merlo che abita la povera betulla. Altri invece preferiscono il sole: quando fa caldo, infatti, tantissime lucertole verdi si arrampicano sul muretto in mattoni e stanno immobili, con la testina appuntita appena sollevata.

Non mi sento sola, ma sembro l’unica a vedere tutta questa bellezza. Gli altri come me stanno zitti, si muovono col vento, si piegano sotto la pioggia e la grandine, annaspano tra la neve. Nessuno però, si piega in mia direzione e prova ad abbracciarmi. Tutti sembrano privi di vita. O privi di speranza. Perché adesso siamo rimasti in pochi. Ora questa è un’oasi di vita, ma non ve ne sono tante altre. Ormai il mondo piano piano si secca, perdendo le sue foglie verdi, le sue piante, le foreste intere.

Allora forse non c’è nulla di cui gioire, penseranno i miei vicini. Ma siamo qui, siamo vivi in un giardino rigoglioso, perché abbattersi così? Avranno forse paura di essere i prossimi, i miei amici? Ora siamo al sicuro. Anzi, c’è una ragazzina che a volte stende la sua coperta sul prato, vi ci siede, sta in silenzio a riflettere e, forse, si gode la bellezza attorno a lei. Non è forse una fortuna questa? Trovare qualcuno che rispetti il prossimo, che apprezzi ciò che la circonda e non dia nulla per scontato. Questo è un dono.

Oggi sento tante voci in lontananza. Voci brusche, cariche di negatività, come mai ne avevo sentite prima. Poi una porta che sbatte, ed altre voci che incalzano quella nascosta dietro la porta. Cosa succede? All’improvviso una figura appare in fondo al vialetto, vicino al muretto di mattoni: è la ragazza silenziosa. Ora, però, non ha con sé nessuna coperta, e cammina a grandi passi e con la testa china verso me ed i miei compagni. Si lascia cadere qualche lacrima, lungo il suo percorso, e forse alcune hanno toccato pure il terreno: posso sentire la sua solitudine.

Una volta giunta davanti a me, si china e sospira. Si asciuga una lacrima nella maglietta bianca e tira un po’ su col naso. I suoi occhi sono rossi di paura, infiammati da tutte le lacrime che ne sono uscite e da tutte le volte che vi ha sfregato le mani. Ecco che con una mano si allunga verso di me, mi afferra ed all’improvviso mi strappa dal terreno.

“Voglio essere felice” sussurra, e soffia via tutti i miei capelli.

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