Mi sento una bambina mentre respiro piano appoggiata al tuo petto, con le manine chiuse in un pugno che racchiude tutto l’amore che voglio dipingerti addosso. Poi ti guardo e le apro, liberando piano piano farfalle rosa che ti si posano sulla pelle, e camminano con le mie dita lungo la tua sagoma al buio.
La luce della luna traccia linee di gessetto attorno a te, come fosse un disegno su un cartoncino nero, che quando lo usavo a scuola avevo sempre il terrore di sbagliare. Perché al buio ogni gesto è fondamentale, resta per sempre, ogni piccolo gesto può dimostrare mille parole non dette, allora ti stringo forte in silenzio, sperando di non sbavare i tuoi contorni. Guardo i tuoi occhi, o meglio, guardo dove dovrebbero essere, proiettando su questa tela nera il ricordo delle tue iridi scure che mi sorridono prima di addormentarmi, e lo so che mi guardano anche mentre sono nel mondo dei sogni.
Un sorriso invisibile si apre come un sipario sul mio viso, ma tu non lo vedi. Non importa, sai, so che le tue mani mi scorrono sul viso e puoi capire dalle mie guance che la mia bocca ti omaggia in silenzio. Allora piano piano mi stringi a te, e forse ricambi il mio sorriso con uno ancora più bello, che sai che amo alla follia. Non importa se non posso vederti, so che sei qui, accanto a me, e so che le mie mani sono al sicuro intrecciate alle tue dita.
Un brivido mi percorre la schiena mentre mi baci il collo, mi accarezzi i fianchi come se fossi fragile e preziosa, e mi fai emozionare come la prima volta. Stiamo zitti, ma ci diciamo tutto con i nostri piccoli gesti, complici e scaldati da un affetto dolce, che tutti chiamano amore, ma che io temo di non saper descrivere, per quanto è speciale. A noi non servono etichette, ci basta una stanza in cui stare soli a guardarci, per poi ridere fino a perdere il fiato, ed infine crollare assieme sullo stesso cuscino, lasciandoci andare alla nostra stanchezza macchiata di amore, che concilia il sonno così maledettamente bene.
Sei speciale, non ho paura di dirlo, perché qualcosa brilla in te e mi illumina ogni volta che mi abbracci, che mi baci in fronte con la dolcezza di un bambino. Vicino a te, le mie paure svaniscono e diventano germogli di gioia, che tu nutri con l’attenzione di un pittore, e che sbocciano poi sulle tue labbra ogni volta che sfiorano le mie. Mi guardi come se cercassi di insegnarmi a volermi bene, e forse l’hai già fatto, perché ogni volta che mi guardo allo specchio vedo qualcosa che per te è amore, che per te è speciale.
A volte è difficile, sai, credere ad ogni tua parola. Spesso mi convinco di non essere nulla di quello che vedi tu, e mi ripeto che parli con la bocca piena d’amore e non sei oggettivo. Io nemmeno, però, quindi mi ritrovo a domandarmi troppe cose, mentre dovrei soltanto amarti ed accettare la tua sincerità. Sto in silenzio e rifletto, in ogni momento, anche mentre mi baci, mentre mi accarezzi la pelle.
Scusa se spesso mi perdo nella fitta coltre di nebbia che mi circonda, e sembro non essere interessata a quello che dici. Stare al tuo fianco mi suscita emozioni che non si ripetono se siamo distanti, che mi inondano la mente e mi cuciono la bocca in un silenzio snervante, fatto di riflessioni, di domande, di dubbi inutili che non ti meriti. Poi però tu mi baci, come se ne avessi bisogno per vivere, come se attaccassi la bocca alla bombola di ossigeno mentre sei nelle buie profondità marine, come se volessi donarmi qualcosa di più grande. Tutto così si azzera, e ci rivedo sdraiati in un prato col caldo di maggio che si scaglia con prepotenza sopra i nostri corpi. Rivedo i tuoi sorrisi timidi, le tue parole incerte, e posso rivivere la mia confusione.
Mi prendi la mano, all’improvviso, e mi sussurri dolci parole. Allora rispondo, con il mio sorriso da bimba, con gli occhi grandi e lucidi, che si sforzano di non bagnarti le coperte, ma che non posso controllare. Sei così tante cose che le mie parole non bastano, allora nascondo il mio viso contro il tuo collo, e sento il tuo respiro, il tuo profumo, l’essenza di ciò che sei, e forse anche un po’ del mio amore.
Ho paura? Come non averne. Sei uno sguardo su una valle di felicità, ma che temo un temporale possa allagare per sempre, lasciando solo un campanile circondato da un mare di amarezza. Però io questa partita la gioco, perché sono ancora in tempo per rischiare tutto. Vuoi darmi la mano e buttarti con me? Chi lo sa, magari alla fine di tutto non ci faremo nemmeno male.