Vorrei sdraiarmi su un manto di erba fresca,
lasciarmi andare a una profonda pace
e liberare la mia nuvola grigia di negatività.
Vorrei così poter assaporare la natura
come se ne fossi parte integrante,
alzare gli occhi al cielo
e non vedere altro che blu.
Vorrei poter mettere radici sotto i miei piedi
e nutrire la mia anima con i doni del mondo,
sentirmi un albero in primavera,
rinascere come bocciolo dall’insolita neve di marzo.
Vorrei tendere la mia mano verso il sole
e rubargli quel calore che bramo sempre,
quando il grigiore mi soffoca, crudele
e la mia forza si nasconde lontana.
Vorrei fare lunghi respiri e pensare,
camminare per la mia mente e trovare pace,
stringermi forte e sussurrarmi dolci parole,
per costruire la mia positività.
Vorrei respirare allo stesso ritmo del vento
e diventare una foglia, caduta dall’alto
e sospinta leggera fino in capo al mondo.
Vorrei stare al sole senza scottarmi,
sentire il suo tepore sulla mia pelle bianca,
mentre tutta questa pece si scioglie
e scivola altrove, lontana da me.
Vorrei chiudere gli occhi e ascoltare
i ronzii delle api, il canto delle cicale
e null’altro se non i miei pensieri.
Vorrei insegnarmi ad apprezzare ciò che ho,
senza pensare a quello che invece mi manca,
senza appassire di delusioni e tristezza.
Vorrei non chiedere aiuto a nessuno,
essere forte e senza paure o timori,
dimenticarmi di tutte le cicatrici dell’anima
e ricucire le mie ferite con l’amore di una madre.
Vorrei sposare questa dolce natura
e rinascere come un’ortensia blu,
i cui petali si fondono col cielo
e col mare laggiù, oltre queste valli.
Vorrei non dover pensare al passato,
a quello che è successo tempo fa,
alle cattiverie che io stessa mi dicevo.
Vorrei essere figlia di questo sole,
di questa erba bagnata dall’alba,
delle sensazioni che ora ricordo
e che ieri invece provavo.
Vorrei così tanto aggrapparmi a tutto questo,
così bello, così fragile e lontano nella mia mente,
dove i miei occhi non si bagnavano di sale.